Parlando di ristorazione, una delle parole che più ricorre nelle conversazioni è “tradizione”. Ogni piatto, in modo più o meno deciso, non può fare a meno di riferirsi al passato. Si ricreano le ricette, i sapori e i profumi che evocano ricordi e memorie. E questo riferimento alla tradizione permea anche i piatti più innovativi e creativi. Nonostante ciò il settore guarda costantemente al futuro ed è in continua evoluzione.
Questo è reso possibile anche da start up e Pmi che, con le loro idee originali, sono in grado di portare la ristorazione verso nuovi orizzonti. Tra queste c’è anche Jeco srl, internazionalmente conosciuta come l’ideatrice di touch menu.
L’idea iniziale
Quante volte è capitato di trovarsi in un paese straniero, alla ricerca di un ristorante nel quale fermarsi, ma di non capire quale fossero i piatti descritti in carta?
Carlo Baronti e Silvia Cascio sono partiti proprio da questa domanda, nel tentativo di trovare una soluzione. Mettendo insieme un pc e un piedistallo hanno così dato vita a un totem in grado di soddisfare, da una parte, il bisogno di comunicare dei ristoratori, e, dall’altro, la curiosità dei possibili avventori. Questo è il Touch Menu, un sistema video interattivo che mette in contatto le attività e i loro clienti, in modo rapido, efficace e innovativo. Questa tecnologia è in grado di fornire un servizio a 360 gradi, con un design accattivante e applicazioni utili per ottimizzare le attività commerciali. Basti pensare che, secondo i dati raccolti da Jeco srl, le attività che hanno deciso di affidarsi a Touch Menu hanno visto un incremento del 20% del loro fatturato.
Il progetto
Tutti i macchinari vengono assemblati a Castellammare del Golfo – mentre la sede legale dell’azienda è a Milano – dove vengono impiegate le migliori tecnologie e software, così da dare vita a un prodotto completo.
Alla vista si tratta di legii e mobili da esterno, dotati di un monitor di grandezza variabile, che spazia dai 21 ai 32 pollici, e ad alta risoluzione. I dispositivi sono inoltre fabbricati con materiali resistenti agli agenti atmosferici, così da non dover essere disattivati e spostati in caso di maltempo e non surriscaldarsi per l’esposizione solare. A rendere Touch Menu un espediente innovativo e tecnologico sono anche le sue funzionalità. Agostino e Antonino, rispettivamente programmatore e grafico, l’hanno dotato di tutto il necessario. I dispositivi propongono menu multilingua, nei quali i piatti, oltre a essere descritti, vengono presentati in una galleria fatta di scatti professionali. Le capacità di questi totem non finiscono quì. Tra i loro applicativi c’è anche la generazione di un QR code che, inquadrati con la fotocamera degli smartphone, permettono ai clienti di avere il menu del ristorante direttamente sul cellulare. Touch Menu è un dispositivo che, per le sue capacità comunicative e innovative, è riuscito a entrare nel cuore di parecchie attività Horeca.
Articolo tratto da La Repubblica del 27/09/2019